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| Ora che il trasferimento di Alberto Aquilani al Liverpool si è concretizzato, ecco scoppiare la rabbia dei tifosi giallorossi che si sentono traditi da una società che si è voluta privare di uno dei suoi simboli.
Tra Aquilani e la Curva Sud non vi è mai stato un particolare feeling (un po' per i suoi continui infortuni, un po' per quel suo carattere a volte troppo introverso e un po', forse, per la sua incapacità di dimostrare amore verso la maglia come fanno invece Totti e De Rossi): questo però non impedisce affatto che la città sia in fermento per la sua cessione al Liverpool.
Sono tantissime le critiche piovute sulla gestione della squadra di Rosella Sensi, accusata di aver tolto al club uno dei simboli della sua "romanità". Aquilani, senza troppi giri di parole, non vale Totti e De Rossi (quanto a qualità, nonostante il futuro Reds a causa degli infortuni abbia potuto esprimersi davvero poco, e attaccamento alla maglia), ma era comunque un "romano de Roma".
Romanista da sempre e alla Roma dal 1999, Aquilani da allora ha vestito solo e soltanto la maglia giallorossa a parte una piccola parentesi alla Triestina (dove era andato a "farsi le ossa") nella stagione 2003-2004.
Anche Luciano Spalletti ha parlato della sua cessione. L'allenatore della Roma accetta la decisione della società, ma il suo volto non mente: non può essere soddisfatto di aver perso uno dei giocatori che lui stesso riteneva "migliori". "Dobbiamo accettare un paio di cessioni - ha detto Spalletti - andremo a ricreare quel gruppo di giocatori che ci vuole per fare un campionato di livello. Quello che fa la differenza deve essere il modo di lavorare, la ricerca di una strada di assieme. Di giocatori ne abbiamo tanti, ma tenteremo di sostituire i partenti".
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