Premier League - Ancelotti-Mourinho: è amicizia?

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CAT_IMG Posted on 2/8/2009, 19:19

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Anche adesso che non vivono più nella stessa città, non mancano di punzecchiarsi. Prima Jose Mourinho, ora Carlo Ancelotti . In un modo o nell'altro i due tecnici colgono ogni occasione per provocarsi. Sarà l'inizio di un'amicizia? Chissà, magari in futuro, non ora, assicura il manager del Chelsea che, in un'intervista al Sunday Times spiega: "Mourinho è un mio collega, non un amico. In futuro, chissá...".

"Io ho amici al di fuori del calcio, lui è solo un collega, e come tale lo rispetto - ha rivelatoalla stampa inglese -. Amici? Forse in futuro, quando io avrò finito la mia carriera e quando lui avrà terminato la sua. A quel punto potremo ricordare tutti i nostri incontri". Un destino, quello del tecnico emiliano, che si intreccia, spesso, con quello del portoghese: lo Special One ha portato i Blues alla conquista della Premier League, un successo che mancava da molti anni nel palmares del club di Stamford Bridge. Sulla panchina inglese, ora, si siede Ancelotti: tra gli obiettivi c'è la Champions League, tanto desiderata dal presidente russo Abramovich quanto dal patron dell'Inter Moratti, come ben sa anche Mourinho.

il tecnico di Reggiolo, però, non si preoccupa se i risultati non dovessero arrivare nell'immediato. "Oggi si pianifica, tra un anno o due si raccoglie. Questa è la mia filosofia nel calcio, il mio stile, il mio modo di vivere. Non si può essere ansiosi per il risultato: se il lavoro è stato svolto bene, il risultato arriverà".

Di sicuro Carletto, per raggiungere gli obiettivi, potrà contare ancora sul capitano blues John Terry che ha resistito alle sirene ammaliatrici del Manchester City: "Sapevo che sarebbe rimasto. Non conosco benissimo John perchè lavoriamo insieme da appena un mese, ma posso dire che è un grande uomo ed è impossibile che vada da un'altra parte. È il simbolo, è il leader. È impossibile che se ne vada solo per denaro". Terry come Kakà? Ebbene sì, lo conferma lo stesso Ancelotti che lo scorso inverno, quando ancora allenava il Milan, aveva rischiato di perdere il fuoriclasse brasiliano, tanto desiderato dai citizens. "È successo più o meno lo stesso con Kaká. Il denaro è importante, ma conta di più la squadra per questi giocatori", ha concluso.

 
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