La storia di Ibra: a Caccia di Europa

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CAT_IMG Posted on 28/7/2009, 14:28




La Liga - Zlatan "lo zingaro", a caccia dell'Europa


Quella blaugrana è l'ennesima tappa della carriera vincente dello svedese. Dalla periferia di Malmoe al Camp Nou di Barcellona, con un sogno nel cassetto: conquistare l'Euro


La storia di Zlatan Ibrahimovic comincia da Rosengard, un sobborgo di Malmoe, cittadina della Svezia meridionale. Padre bosniaco, madre croata, Zlatan cresce per strada, lì dove l'unico modo per farsi rispettare è l'uno contro uno con un pallone, altrimenti sei fuori. Ibra lo sa, e comincia ad avvicinarsi al calcio.
Entra nella squadra della sua città, tra mille difficoltà, in primis quelle fisiche: è troppo alto. "Perché non provi con il basket" gli dicono. Niente da fare. Si allena, fa passi da gigante, diventa più rapido. Nel 2001 la mossa che gli cambierà la vita, il passaggio all'Ajax di Beenhakker. Sì, l'Ajax e l'Eredivise, lui, che per ora non era andato al di là della pur dignitosa liga svedese. "Io sono Zlatan, voi chi cazzo siete?". Si presenta così ad Amsterdam, alla faccia del timore reverenziale. Gioca in Olanda 3 anni, vince due campionati, una coppa nazionale e una supercoppa olandese. Diventa lui la stella indiscussa della squadra. Provate a farvi un giro da quelle parti e chiedere chi è il miglior giocatore che sia passato dall'Eredivise ultimamente. Vi diranno senza dubbio Zlatan.
Nel 2004 arriva la proposta della Juve di Fabio Capello. Uno che i talenti li sa riconoscere. Ibra non ci pensa due volte. Capello lo prende subito da parte, lo mette davanti a una tv e gli fa vedere uno dopo l'altro tutti i gol di un certo Marco Van Basten. "Tu sei bravo, ma lui lo è di più. Guarda come si muove in area, tu dovrai fare lo stesso". Ibra osserva, studia. Pian piano diventa più concreto, comincia a segnare anche quei famosi "gol facili". L'Italia si accorge di lui, il mondo si accorge di lui.
Poi "Calciopoli", la retrocessione bianconera e l"offerta di Moratti. Ibra passa in nerazzurro. "Traditore" gli dicono. Ma lui continua per la sua strada, senza voltarsi indietro. Con l'Inter vince tutto. In Italia. Scudetti, supercoppe e infine anche il titolo di capocannoniere. "Qui ho fatto tutto quello che dovevo fare, è ora di cambiare aria" ci dice a fine aprile. Parla chiaro Ibra. Niente pugni sul petto, niente promesse, niente frasi di circostanza.
Sabato 2 maggio, l'Inter ospita la Lazio. San Siro sfida Zlatan. Mugugni, fischi, il popolo nerazzurro è stanco dell'atteggiamento dello svedese e glielo fa capire. Ibra accetta la sfida. Non avevamo dubbi. Un gol, un assist e "silenzio". E' finita. Ha vinto lui.
Il resto è storia recente. Il Barcellona, lo scambio con Eto'o e l'addio a Milano. Ibra vuole l'Europa ed è arrivato proprio nella squadra regina. Ancora una volta ha ottenuto quello che voleva. L'ennesimo passo avanti della sua carriera, senza voltarsi indietro e senza rimorsi. E l'Italia? L'Inter? I tuoi tifosi?. "Mi dispiace, ma il calcio è così". Parola di Zlatan Ibrahimovic, un professionista zingaro a caccia dell'Europa.
Marco Castellaneta / Eurosport
 
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