| Nuovi provvedimenti Uefa sul delicato tema del razzismo. Li ha annunciati il Presidente Michel Platini, al termine della riunione dell'esecutivo tenutasi a Vilnius, in cui in realtà è stato deciso di riproporre la rigida applicazione di regole che, sulla carta, esistono già da tempo. La norma numero 5 del Regolamento del calcio prevede infatti già che l'arbitro possa interrompere una partita in caso di interferenze esterne. Tra queste, per l'appunto, rientrano ora anche i casi di cori e intemperanze a sfondo razzista.
Più in dettaglio, è prevista una escalation di provvedimenti: gli arbitri potranno inizialmente sospendere una partita per 5 o 10 minuti, previo consulto col delegato Uefa, chiedendo allo speaker dello stadio di diffondere un appello ai tifosi. Se questo non basta, potranno decidere di prolungare la sospensione, invitando le squadre a rientrare negli spogliatoi. Se nemmeno questo, unito a ulteriori appelli, sarà sufficiente a placare gli animi, i direttori di gara avranno l'autorità, o meglio il dovere, di interrompere definitivamente la partita. Provvedimento cui seguirà automaticamente l'apertura, presso la commissione disciplinare dell'Uefa, di un procedimento a carico della squadra ospitante.
"Era un provvedimento necessario far capire al personale di gara che abbiamo i mezzi per fare qualcosa" ha dichiarato Platini. "Abbiamo determinato i parametri e le linee di condotta in caso di gravi episodi di razzismo allo stadio. Un arbitro può sospendere il gioco dopo un primo avvertimento, e può arrivare a decidere di fermare la partita. Chi lo fa, avrà il pieno appoggio del Comitato Esecutivo", ha concluso Platini, spiegando che le nuove norme saranno adottate con effetto immediato in tutte le competizioni gestite dall'Uefa.
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